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Voci di donne

FEMMINISTE STORICHE: JUDITH BUTLER

Judith Butler è una filosofa, teorica femminista, e accademica statunitense. Butler si laurea in Filosofia alla Yale University nel 1978 e nel 1984 consegue il dottorato sempre in Filosofia.Successivamente ha insegnato alla George Washington University e alla Johns Hopkins University.

Dal 1993 è docente all’Università di Berkeley dove dirige il programma di Teoria critica.
Tra le sue opere più importanti vi è “Questione di genere. Il femminismo e la sovversione dell’identità” che ha segnato l’irruzione nel dibattito accademico e pubblico della cosiddetta “teoria del genere”, spesso soggetta a erronee interpretazioni.

Per Butler il genere è una costruzione sociale che parte dalla differenza biologica presente tra uomini e donne, e che si è poi cristalizzato in ruoli e aspettative sociali e sessuali molto rigidi e inflessibili. Il genere è quindi sia il meccanismo attraverso cui vengono prodotte e naturalizzate le nozioni di maschile e di femminile sia lo strumento principale per devostruire e denaturalizzare tali termini.

Butler afferma che è l‘eteronormatività a installare il sesso come precondizione naturale del genere, intervenendo nella formazione del soggetto in quanto tale e proibendo l’omosessualità.

La filosofa non vuole eliminare il genere, in quanto esso svolge un ruolo fondamentale nello sviluppo dell’identità personale, ma rendere mobili le categorie identitarie a seconda delle diverse soggettività.

“Il mio pensiero è rivolto a quelle persone il cui genere o la cui sessualità sono al centro di conflitti di vario tipo e mi piacerebbe contribuire a rendere il mondo un luogo in cui vivere un po’ più facilmente. Si consideri il caso della bisessualità: il regime degli orientamenti sessuali rende ardua la possibilità di poter amare sia un uomo sia una donna – vi si dirà che dovete scegliere tra le due alternative. O si consideri ancora la situazione degli intersessuali, le persone sessualmente ambigue o indeterminate: alcuni chiedono che questa ambiguità sia accolta come tale, senza che queste persone siano costrette a divenire donne o uomini.”