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Manifestazione per la liberazione di Nasrin Sotoudeh

L’associazione IPAZIA liberedonne ed Amnesty Gruppo Cesena, con il patrocinio del Comune di Cesena, hanno promosso una mobilitazione per la liberazione di Nasrin Sotoudeh, la nota avvocata iraniana attivista per i diritti umani condannata a 33 anni e 148 frustate.

Sono intervenuti i rappresentanti di:
-Ass. IPAZIA liberedonne
-Amnesty international
-Comitato pari opportunità presso Ordine avvocati Forlì-Cesena
-Comunità mussulmani cesenateTestimonial d’eccezione: Kimia Ghorbani, musicista e cantante iraniana, che ha studiato al Conservatorio di Bologna, in Iran è stata in carcere diverse volte per la sua attività di cantante solista
(in Iran le donne possono cantare solo nei cori, cantare come soliste è considerato un reato per oltraggio alla pubblica morale).

Nasrin Sotoudeh è stata condannata nel marzo 2019 dal tribunale di Teheran a 33 anni e 148 a causa del suo lavoro in difesa dei diritti umani, la pena più dura inflitta negli ultimi anni in Iran. La sua colpa? Aver dedicato la propria vita alla giustizia, essersi pronunciata contro la pena di morte ed aver difeso attivisti, giornalisti e le donne arrestate per essersi tolte la heijab,il velo imposto dagli ayatollah al governo. Ha difeso anche il premio Nobel per la pace Shirin Ebadi. Una pena somma di più condanne in processi dove non le è stato consentito assistere ne difendersi.
I capi di accusa che le sono stati contestati sono: propaganda contro il sistema, incontri ai danni della sicurezza nazionale, partecipazione al movimento contro la pena di morte, incitamento alle donne a togliersi il velo e ad azioni immorali.

Nasrin, 55 anni, un marito avvocato, due figli, è perseguitata dal 2010 ed ha già trascorso diversi periodi in carcere per condanne simili, tanto che il Parlamento Europeo le aveva conferito nel 2012, il premio Sakharov per la libertà di pensiero.
Indomita e coraggiosa Nasrin non si è mai piegata, è rimasta a combattere nel suo paese, è ora di nuovo nel carcere di Ebin, in condizioni durissime.
Firmare la petizione internazionale di Amnesty per la sua immediata liberazione è il minimo che possiamo fare per lei e per la difesa dei diritti umani.