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Voci di donne

NAWAL EL SAADAWI: UNA VITA CONTRO IL FONDAMENTALISMO RELIGIOSO

È morta da pochi giorni, a 90 anni, Nawal El Saadawi, faro del femminismo laico nel mondo arabo, e non solo. Egiziana, scrittrice, medica e psichiatra, ferma sostenitrice della laicità dello Stato come principale alleato dei diritti delle donne.

Una delle sue principali battaglie è stata quella contro le mutilazioni genitali femminili, che lei stessa aveva subito da bambina.
Educata da un padre progressista alla libertà di pensiero si laureò in medicina al Cairo nel 1955. Lavorò per diversi anni nella sanità pubblica ma fu poi allontanata per il suo impegno politico. Sposata per tre volte e per tre volte divorziata.

Fondò l’Arab Women’s Solidarity Association, la prima organizzazione legale indipendente femminista e la rivista femminista “Al-Moawgaha” (“Il confronto”).
Per il suo femminismo è stata perseguitata e incarcerata dal governo egiziano nel 1981 con l’accusa di “crimini contro lo stato”.

È stata sempre minacciata dai fondamentalisti islamici con l’accusa di non rispettare i valori tradizionali e di incitare le donne a ribellarsi, fino alla minaccia di morte per eresia.
Nel 1991 è stata costretta all’esilio negli Stati Uniti; rientrando in Egitto nel 1996 non smise mai di denunciare l’oppressione delle donne arabe.

I suoi libri sono stati tradotti in tutto il mondo. Fu il primo saggio “Donne e sesso“, del 1972, a costarle il licenziamento dal Ministero della Sanità. In italiano sono disponibili, tra gli altri: “Firdaus. Storia di una donna egiziana” (1986), Dio muore sulle rive del Nilo” (1989) e l’autobiografia “Una figlia di Iside”(2002).

“La contrarietà alle donne è universale e non riguarda solo il mondo arabo. Penso al fronte cristiano, ai cosiddetti “valori della famiglia” con doppio standard.

“Di solito i scrittori invecchiando diventano conservatori. Io con l’età divento sempre più radicale”, ha dichiarato qualche anno fa al Guardian, dove esprimeva la sua preoccupazione per il fondamentalismo religioso, la più grande minaccia oggi alla liberazione delle donne.