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Legge 194

Se un ospedale pubblico fa un accordo con una diocesi per il seppellimento di embrioni e feti

A seguito delle cronache nazionali e locali sui cosiddetti “cimiteri dei feti” ci siamo interrogate, come Ipazia liberedonne, su cosa accadesse a Cesena.

Nasce una rete di 32 associazioni pronte a monitorare e a difendere la laicità delle istituzioni pubbliche e l’autodeterminazione delle donne. A seguito delle cronache nazionali e locali sui cosiddetti “cimiteri dei feti” ci siamo interrogate, come Ipazia liberedonne, su cosa accadesse a Cesena.

Abbiamo così scoperto che

  • dal 2013 AUSL Romagna, Direzione sanitaria di Cesena, aveva accordi sporadici con l’Associazione Papa Giovanni XXIII per il seppellimento di prodotti abortivi;
  • dal 2019 è stato attivato un accordo di collaborazione con la Diocesi di Cesena per il seppellimento di embrioni e feti provenienti da interruzioni di gravidanza volontarie, terapeutiche o spontanee. Il medico dirigente sanitario ha dato disposizioni in tal senso al reparto di Ostetricia e Ginecologia attraverso una lettera, allegata ad una modulistica informativa per le donne – già presente nella legge regionale di pertinenza ma modificata con note che rimandano all’accordo con la Diocesi – e con il riferimento del referente diocesano per la parte operativa.
  • Inoltre nel cimitero urbano di Cesena, è stata recentemente predisposta un’area specifica dedicata a queste sepolture, che affianca un’altra area dove sono già presenti un centinaio di croci. Nelle croci, diversamente da Roma, non compare il nome della madre ma un numero nosologico corrispondente alla relativa cartella clinica. Nella stessa cappella del cimitero poi, prima di procedere a questi seppellimenti, viene officiata una funzione religiosa.In un incontro, chiesto alla Direzione amministrativa dell’ASL Romagna sulle motivazioni che hanno portato a questo accordo, ci sono state fornite queste risposte:- tra la Direzione medica ospedaliera di Cesena e la Diocesi non c’è un vero e proprio accordo scritto ma una collaborazione, in cui l’Ausl si configura come parte terza, “un passacarte” tra la Diocesi e una possibile utenza interessata a questo servizio .In base a questa “collaborazione”, l’AUSL ha fornito al reparto di Ostetricia e Ginecologia del Bufalini le modalità organizzative da seguire.-questo tipo “accordo”, come ci ha confermato la Dirigenza, è già attivo dal 2020 anche a Rimini, mentre a Forlì dovrebbe partire a breve. Invece a Ravenna e Faenza ad oggi non vi è nessun accordo e viene applicato il regolamento regionale di polizia mortuaria.Alla Direzione amministrativa abbiamo quindi chiesto di retrocedere da tale “accordo” che in pratica ufficializza e sponsorizza l’entrata della Diocesi nel Reparto di Ginecologia e Ostetricia. Ma su questo punto non c’è una disponibilità concreta.C’è però da parte della Direzione amministrativa un impegno a migliorare il modulo che viene dato alle donne, avendo riconosciuto che questo modulo oltre che di difficile comprensione è ambiguo e non etico in molte sue parti. La Direzione si è resa disponibile a renderlo più laico, a verificare che sia rispettata la privacy del nome della donna in tutto il percorso ed a migliorare l’informazione in reparto.

Tutto a posto, quindi, poiché a Cesena viene rispettata la privacy delle donne?

Per noi NO! È INAMMISSIBILE che in uno Stato laico, o che dovrebbe essere tale, un’istituzione pubblica proceda a un accordo con un ente religioso su una tematica così delicata che dovrebbe attenere esclusivamente alle coscienze individuali e non fatta divenire terreno di propaganda ideologica.Tutti sanno che questa “pratica” da 20 anni è ormai purtroppo uno dei terreni di attacco alla 194, unitamente all’obiezione di coscienza.Il tema deve rimanere un fatto privato, diverso da persona a persona e con ritualità diverse, a seconda delle religioni di appartenenza o di chi non professaalcuna religione.Come associazioni firmatarie di questo appello richiediamo all’Asl Romagna di recedere da questi accordi ed annunciamo che costituiremo una RETE per monitorare questi comportamenti e denunciare le eventuali arbitrarietà.Invitiamo quindi la cittadinanza tutta a condividerlo per difendere dei principi indiscutibili: la laicità dello Stato, il rispetto per l’autodeterminazione delle donne e l’applicazione della legge 194.

Di seguito l’elenco delle adesioni *in aggiornamento:

Ass. Ipazia Liberedonne, CesenaCGIL, CesenaCGIL Forlì, UDI Forlì, UDI Cesenatico, ARCI Cesena, ANPI Cesena, Fondamenta Cambiamo Cesena dal basso, Libera Forlì-Cesena, ANPI Forlì-Cesena, Gruppo parità di Genere Forlì, Ass.Voce Donna Castrocaro Terme, Ass.Un secco no Forlì, Ass. UAAR Forlì, Forum delle donne di Forlì, Il Progresso delle idee Forlì, La Materia dei Sogni Forlì, Tavolo permanente della Violenza contro le Donne Forlì, ANPI Cesenatico, Casa delle Donne di Ravenna UDI Ravenna, Donne in nero Ravenna, Ass. femminile Maschile Plurale Ravenna, ANPI Provinciale Rimini, ANPI Santarcangelo di Romagna, Non Una Di Meno Rimini Grotta Rossa, Consulta Laica Forlivese, Chiesa Pastafariana dell’Area Pasta Romagna, Officina Femminista, UAAR Rimini, Non Una Di Meno Ravenna.

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