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Una legge è in pericolo, la 194. Difendiamola!

La campagna antiabortista dei Provita è una violenza contro le donne! Il sindaco ci ha ribadito la sua posizione: la libertà di opinione va salvaguardata… ma a quale prezzo?

La campagna antiabortista dei Provita è una violenza contro le donne!

L’associazione “Ipazia Liberedonne” ha incontrato il sindaco di Cesena per ulteriori chiarimenti sulla scelta dell’amministrazione comunale di non rimuovere i manifesti pubblici della campagna contro l’aborto farmacologico promossi dalle associazioni Provita. Il sindaco ci ha ribadito la sua posizione: la libertà di opinione va salvaguardata… ma a quale prezzo?

La libertà di espressione per noi deve coincidere nel rispetto delle scelte altrui e delle leggi. È in atto un attacco concentrico ai diritti conquistati dalle donne italiane, a partire dalla libertà di interrompere una gravidanza, riconosciuta dalla nota legge n. 194 del 1978.
Al grido di “Dio, patria, famiglia”, l’idea delle destre italiane sulle donne è che devono essere madri, che lo vogliano o meno.

Questi sono gli ultimi pericolosissimi segnali:

  • La vergognosa e falsa campagna mediatica di Provita & Famiglia di criminalizzazione del diritto all’interruzione di gravidanza;
  • lo stigma e la colpevolizzazione delle donne che abortiscono attraverso i Cimiteri dei feti;
  • la dichiarazione di Matteo Salvini di due settimane fa in Parlamento: “l’Italia del futuro, il nostro modello, sono i Centri di aiuto alla vita non le pillole regalate per strada a chiunque!”
  • le Regioni Umbria e Marche, a giunta leghista, rifiutano di attuare le linee guida del Ministero della Salute sull’aborto farmacologico impedendo il day-hospital e la somministrazione nei Consultori, come avviene in tutta Europa.
  • Aumenta l’obiezione di coscienza nelle strutture pubbliche e nei consultori, strutture importanti per l’informazione e l’educazione sessuale.

Tutto ciò è un attacco alle donne e alla loro capacità di autodeterminarsi nella scelta della maternità, con il palese obbiettivo di distogliere le risorse alle strutture pubbliche a favore dei centri di aiuto alla vita.

In realtà, se si volesse davvero ridurre il numero degli aborti, si dovrebbero incrementare l’educazione sessuale e la contraccezione, pratiche entrambe osteggiate dalle potenti lobby Pro-vita, tanto che nelle scuole nessuno si azzarda più a parlarne. Crediamo che la politica e le istituzioni debbano prendere una posizione chiara e precisa contro questo palese tentativo di affossare non solo una legge dello Stato, la 194, ma di condizionare l’intera politica nazionale in termini di maternità e paternità.

Chiediamo, pertanto, ancora una volta, alle cittadine e ai cittadini di mobilitarsi contro questa regressione oscurantista, alle istituzioni e ai sindaci del territorio di prendere posizione in difesa dei diritti sanciti dalla legge.

Ipazia è anche fra le 36 associazioni firmatarie di un appello di Parità di genere per la rimozione dei manifesti:

https://www.facebook.com/105831154128277/posts/467769301267792/?d=n