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Voci di donne

FEMMINISTE STORICHE: EMMA GOLDMAN

Emma Goldman (1869-1940), soprannominata Emma la Rossa, è stata una filosofa, saggista, anarchica e femminista statunitense di origini russo-lituana.

Subì nella sua vita diversi arresti soprattutto sotto l’accusa di incitare alla sovversione poiché Goldam era un’instancabile oratrice, di Stato in Stato teneva conferenze per informare sugli aspetti negativi del sistema capitalistico e sull’importanza dello sciopero per i lavoratori.

Collaborò con diverse riviste anarchiche.Oltre alla propaganda legata all’ideale anarchico Emma Goldman tenne varie conferenze a sostegno della causa femminista: sull’emancipazione della donna, sulla libertà di pensiero e sulla libertà sessuale, sull’uso dei contraccettivi e il controllo delle nascite. Sosteneva che le donne dovessero avere pieno controllo del proprio corpo e non solo decidere quanti figli avere ma anche ritenere se averne o meno, poiché non credeva che lo scopo della donna fosse necessariamente quello di essere madre.

Ogni donna in quanto soggetto doveva essere pienamente libera di scegliere ciò che era meglio per sé stessa. Gli uomini dovevano prendere cosapevolezza di questo e di non considerare più le donne come esseri inferiori o come macchine di riproduzione.

Scrisse cinque saggi dedicati alla questione femminile: al tema del suffragio, della prostituzione, del matrimonio, della sessualità e dell’amore. Le sue idee femministe apparvero alle autorità ancora più pericole rispetto alle sue convinzioni rivoluzionarie e anarchiche.
A differenza del pensiero di gran parte delle suffragiste, Emma Goldman era convinta che l’emancipazione della donna non si sarebbe realizzata soltanto con l’ottenimento dei diritti civili e politici (come il diritto di voto), ma attraverso una presa di consapevolezza interiore della donna, riguardo al suo modo di essere e di considerarsi come non dipendente dalla figura maschile.

Il dominio maschile era ciò che reificava la donna in ogni aspetto della sua vita rendendola passiva e obbediente a un modello di femminilità patriarcale. La donna poteva effettuare il processo di liberazione solo rifiutando questo dominio su tutti gli aspetti della sua vita prima interiori e poi esteriori.

«La condizione femminile mi tocca profondamente. Ho visto troppe tragedie nelle relazioni tra uomini e donne; ho visto troppi corpi devastati e spiriti distrutti dalla schiavitù sessuale della donna per non sentire nel profondo l’importanza della questione o per non eprimere la mia indignazione per l’atteggiamento della maggior parte di voi, signori miei.»